In tempi recentissimi, l’équipe dell’Accademia delle Scienze Russa, capitanata da Pjotr Garjajev e  Vladimir Poponin, ha approfondito lo studio sulla parte dei geni non codificanti le caratteristiche biologiche e ha scoperto che gli introni[1] contengono un’informazione relativa ai potenziali quantici esprimibili, cioè potenziali informazioni, programmi esprimibili e possibilità di scelta determinanti sugli eventi del quotidiano, in base alle memorie karmiche.

[1]Si definiscono introni le regioni non codificanti di un gene che, insieme agli esoni, vengono trascritte dalle rnapolimerasi. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Introne

La parte del nostro dna codificante proteine è costituita soltanto dal 10% della sequenza genica del nostro dna che serve a produrre le proteine. Il rimanente 90% viene considerato “junk dna”, dna spazzatura. I ricercatori russi, convinti che la natura non abbia creato questo 90% del dna a caso, lo hanno esplorato assieme a linguisti e genetisti e i risultati di questa ricerca sono scientificamente sorprendenti: il nostro dna segue un determinato schema grammaticale, quindi le lingue dell’uomo non si sono formate casualmente, ma sono insite nel dna. Pjotr Garjajeve i suoi colleghi, hanno anche analizzato le qualità vibrazionali del dna, sostenendo che «I cromosomi vivi funzionano esattamente come un computer olografico, che usa radiazioni laser di dna endogeno».

I ricercatori russi sono stati in grado, per esempio, di proiettare determinate frequenze (suono) con una specie di raggio laser sul dna, modificando la sua frequenza e quindi l’informazione genetica stessa. Dato che la struttura base del dna è uguale alla struttura della lingua, le parole della lingua umana possono modificare la frequenza genica. Questo spiega perché tecniche come affermazioni, ipnosi e simili hanno un effetto così forte sugli uomini e il loro corpo: per il nostro dna reagire al linguaggio è perfettamente naturale.

I russi hanno creato un mezzo per influenzare il metabolismo delle cellule, attraverso frequenze di luce e di onde radio, riparando i difetti genetici.

Gli studiosi hanno addirittura catturato uno schema di informazioni di un dna particolare e lo hanno trasmesso a un altro, riprogrammando le cellule. In questo modo hanno trasformato, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra, semplicemente trasmettendo informazioni al DNA.

I ricercatori russi, hanno anche scoperto che il nostro dna può creare delle interferenze in un vuoto, producendo un “tunnel spaziale”, l’equivalente microscopico dei cosiddetti “ponti Einstein-Rosen”, in prossimità di buchi neri: collegamenti tra aree completamente diverse nell’universo, attraverso i quali si può trasmettere al di fuori di spazio e tempo. Il dna attrae questi pezzi d’informazione e li trasmette alla nostra coscienza.

Questo processo di iper-comunicazione (telepatia, channeling) è più efficace in uno stato di rilassamento.Stress, preoccupazione o un cervello troppo attivo, rendono inefficace l’iper-comunicazione o le informazioni trasmesse saranno completamente distorte e inutili.

Un esempio di iper-comunicazione lo troviamo, per esempio, nel mondo degli insetti: quando la regina di un formicaio viene separata dalla sua colonia, le formiche lavoratrici continuano il loro lavoro secondo un piano preciso. Ma se la regina rimane uccisa, tutte smettono di lavorare; nessuna formica sa più cosa fare. Sembra che la regina trasmetta i suoi “piani di costruzione” anche se è lontana, attraverso la coscienza di gruppo. L’importante è che essa resti viva.

Negli uomini, spesso si ha un fenomeno di iper-comunicazione quando, improvvisamente, si trova l’accesso a informazioni al di fuori della propria conoscenza: questa iper-comunicazione viene vissuta come ispirazione, intuizione o trance.

Il grande matematico Srinivasa Ramanujan espose formule matematiche a fine ’800 così avanzate che vengono ancora usate nella fisica iper-dimensionale. Quando gli venne chiesto come ci riuscì, disse semplicemente che le aveva ricevute dalla “Dea Namakkal” nei suoi sogni.

Tutti i casi di iper-comunicazione, secondo i ricercatori russi si possono spiegare attraverso l’esistenza di ponti energetici che si formano a livello del dna, dei veri e propri buchi neri genetici che trasmettono e ricevono mediante le onde elettromagnetiche prodotte dalla coscienza, sia in forma di pensieri che di parole.

In fisica quantistica, l’iper-comunicazione, è spiegabile attraverso il concetto di “entanglement”, dimostrato dall’esperimento dei due elettroni di Aspect: i due elettroni staccati e allontanati nello spazio (dis-entangled), si comportano in modo identico di fronte a qualsiasi misurazione o perturbazione apportata su uno soltanto di loro, come se fossero ancora a contatto. Essi mantengono la capacità di effettuare un’azione di comunicazione simultanea a distanza. Pertanto, la spiegazione semplice di questo apparentemente strano comportamento risiede nell’esistenza di una realtà “non-locale” accanto a quella più nota, la realtà locale, in cui viviamo. Lo stesso “principio di indeterminazione” di Schrödinger, dimostra che le particelle sub-atomiche, dalle quali tutte le forme viventi sono costituite, sono simultaneamente particelle e onde. Comprendiamo che soltanto le prime sono localizzabili, mentre le seconde sfuggono a qualsiasi localizzazione. Se però associamo a ciascuna particella dell’esperimento di Aspect un’onda e nel mentre le particelle si separano le due onde associate rimangono intrecciate allora tra le due particelle rimane attiva una comunicazione simultanea di informazione coerente. Ne consegue il concetto, assolutamente applicabile ai sistemi biologici, basato sul fatto che anche tutte le componenti subatomiche, atomiche e molecolari strutturate a formare una cellula e l’insieme cellulare o parenchima, sono correlate tra loro e con tutte le altre di identica derivazione embriologica.

Nell’esperimento di Lory (Dott. Sergio Stagnaro e Dott. Lorenzo Antognetti) quando si applica una pressione digitale sopra una parotide oppure sopra una ghiandola salivare sottolinguale a una sorella gemella “monovulare”, simultaneamente si osserva l’attivazione microcircolatoria, di tipo I associato, del pancreas dell’altra sorella gemella, indipendentemente dalla distanza che le separa. L’entanglement tra noi e il nostro gemello è un aspetto determinante per spiegare una iper-comuncazione che non passa attraverso il sistema nervoso ma attraverso onde che comunicano in modalità non-locale.

 

Testo tratto dal libro MODALITÀ GEMELLARE scritto con Maria Luisa Rossi

Caterina Civallero

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